Il tema curatoriale di questa edizione, proposto dai curatori e fondatori del progetto, Luca Berta e Francesca Giubilei, è Design As Self-Portrait. La mostra collettiva Design As Self-Portrait presenta le opere di oltre 20 designer internazionali tra due sedi espositive: SPARC* – Spazio Arte Contemporanea, in Campo Santo Stefano, e SPUMA – Space for the Arts, un suggestivo spazio di archeologia industriale (vecchio birrificio Dreher) alla Giudecca. La mostra indaga il ruolo sempre più rilevante che il design assume in ciò che scegliamo per comunicare la nostra identità, nella spola permanente tra uso e rappresentazione, realtà e virtualità.
L’idea è di indagare ciò che il design rappresenta per ciascuno di noi come individui, e come al contempo ci rappresentiamo attraverso di esso, attraverso oggetti, spazi, esperienze. Con una grande e nuova attenzione all’evoluzione delle stesse tecniche di autorappresentazione. L’autoritratto non c’è sempre stato nel corso della storia dell’arte. Assente nell’antichità, se ne rintracciano i primi esempi nel Medioevo, ma solo nel Rinascimento esso diviene un genere autonomo. L’artista acquisisce consapevolezza del proprio valore, e si pone al centro della rappresentazione con uno sguardo che si evolve nel corso dei secoli: Albrecht Durer, Tiziano, Caravaggio, Rembrandt, Goya, Van Gogh, Schiele, Frieda Kahlo, Andy Warhol, Cindy Sherman.
Negli ultimi decenni l’autoritratto ha smesso di essere una pratica riservata agli artisti. Ciascuno è invitato ad autoritrarsi fin dai primi anni di scuola, e non mancano né gli strumenti né gli spazi per farlo. Da una parte sono sbiadite le categorie di appartenenza politica, religiosa, sessuale e culturale che in passato definivano un perimetro sicuro per l’identità di ciascuno. Dall’altro si è aperto online uno spazio di espressione universalmente accessibile e gratuito che prima non esisteva. Ciascuno progetta la rappresentazione di sé in uno spazio di fluttuazione libera: l’identità diventa un oggetto di design. Per elaborare la propria identità ognuno può ricorrere al design di ciò che sceglie di associare al proprio corpo e alla propria esperienza: oggetti, dispositivi, indumenti, spazi fisici, spazi virtuali.
Siamo tutti “curatori” del nostro sé, self-designers che si esprimono nelle scelte di consumo di prodotti o di esperienze, e nel modo in cui comunichiamo queste scelte agli altri. Come spesso accade, le trasformazioni nelle pratiche sociali si manifestano in coincidenza delle rivoluzioni nella strumentazione disponibile. Attorno al 1500, circa cinquecento anni fa, proprio a Venezia viene perfezionata la produzione di specchi di vetro piatto, non convesso, che permettono di specchiarsi con una precisione prima impossibile. Nasce l’autoritratto. Nel 2010, poco più di un decennio fa, l’iPhone 4 viene dotato di una fotocamera frontale.
L’autoritratto non sarà più lo stesso. Il nostro sé è l’ultimo prodotto di design di cui abbiamo cominciato ad occuparci.